10-12 dicembre: i perché di un'allerta rossa
Consorzio
10-12 dicembre: i perché di un'allerta rossa Consorzio
 
Emissione avviso lunedì 11 dicembre
Rischio idraulico
 
Rischio idrogeologico -
idraulico reticolo minore
 
 

Nel sistema di allertamento in vigore, la criticità dei fenomeni meteorologici e dei loro impatti sul territorio viene valutata e comunicata tramite il codice colore in una scala che va dal verde al rosso. Il codice rosso è il massimo livello di criticità.  Ad ogni livello di criticità corrispondono differenti azioni preventive messe in atto dagli enti responsabili sul territorio, secondo quanto previsto dai Piani di Emergenza di Protezione Civile (Direttiva 27/02/2014 e Delibera regionale 395/2015). Le allerte rosse sono emesse nel caso in cui si prevedano scenari di criticità estrema. Da quando è attivo il nuovo ssitema di allerta, questa è la prima allerta rossa emessa. Le ultime paragonabili erano state le allerte elevate emesse nel novembre 2014, quando era in vigore il sistema precedente,  in conseguenza di piogge abbondanti e di forte intensità. 

 

Il rischio idraulico e idrogeologico: carattere e predicibilità  

In linea con le direttive nazionali, i rischi “idrogeologico-idraulico reticolo minore” e “idraulico reticolo principale” vengono definiti come segue:
  • il rischio idraulico corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento di livelli idrometrici critici lungo i corsi d’acqua principali (fiumi più grandi), che possono dar luogo a piene e ad esondazioni, con conseguenti alluvioni.
  • il rischio idrogeologico-idraulico reticolo minore corrisponde, in estrema sintesi, agli effetti indotti sul territorio da piogge intense che possono dar luogo a fenomeni franosi, esondazione dei corsi d’acqua secondari e allagamenti urbani;
Il reticolo minore (detto anche secondario) è composto da corsi d'acqua di piccole dimensioni (ruscelli, piccoli rii o fossi), anche a carattere torrentizio, non arginati, caratterizzati spesso da tempi di risposta molto brevi che possono dar luogo a esondazioni anche nel giro di poche ore. Questi sono i corsi d’acqua più diffusi sul territorio e, anche per questo, la rete di monitoraggio idrometrica è meno capillare rispetto a quanto accade per i fiumi principali, come l’Arno o il Serchio (reticolo principale) per cui si dispone di stazioni di monitoraggio lungo tutto il corso del fiume.  
Il livello di criticità e la conseguente allerta associata al rischio idrogeologico-idraulico sul reticolo minore viene valutato in base all’analisi congiunta di più fattori:
  • la quantità di pioggia prevista;
  • il grado di saturazione del suolo;
  • valutazioni di carattere idrologico relative ai bacini interessati;
  • situazioni di criticità in essere o pregresse.
 
E’ importante tener presente quindi che la valutazione del livello di criticità per il rischio idrogeologico e il rischio idraulico non necessariamente risulta in diretta correlazione con la mera quantità di pioggia prevista. Ad esempio, in condizioni di elevata saturazione del suolo (dopo molti giorni di precipitazione) sono sufficienti anche modesti quantitativi di pioggia per innescare frane o locali esondazioni.  
 
In fase di previsione un ulteriore elemento di complessità è rappresentato dal fatto che le analisi di cui sopra sono condotte su intere "aree di allerta”, ovvero zone omogenee per caratteristiche climatiche e idrogeologiche che sono state ridefinite nella DRG 395 del 2015 sul sistema di allertamento.  In Toscana, la complessità morfologica regionale (con pianure, costa estesa, isole, rilievi differenti come Apuane, Appennino Tosco-Emiliano, Amiata, Colline Metallifere) ha portato a creare anche zone molto piccole, per un totale di 26 aree di allerta  ciascuna delle quali comprende mediamente una decina di comuni.
Dato che la predicibilità dei fenomeni meteo ha invece una scala spaziale più ampia (non posso prevedere la pioggia su un singolo comune) e che questa non corrisponde esattamente ai limiti amministrativi delle aree, succede che spesso siano allertate diverse aree confinanti pur sapendo che risulteranno interessate dai fenomeni solo porzioni di esse. Il fatto che siano attivi diversi rischi su una stessa area è conseguenza del fatto che uno stesso evento può avere impatti diversi sui territori interessati in risposta alla vulnerabilità locale. Un’area montana potrà avere come conseguenza di piogge abbondanti frane e smottamenti, esondazione di torrenti, mentre aree di pianura possono andare incontro ad allagamenti urbani ma anche ad alluvioni a seguito dell’esondazione di grandi fiumi. 
 

10 dicembre: la previsione e l’allerta rossa  

Per la giornata di domenica 10 dicembre si prevedevano precipitazioni diffuse e abbondanti sulle zone della Toscana di nord ovest (Lunigiana, Garfagnana, Apuane, e sui rilievi del pistoiese e del pratese).  Anche per la successiva giornata di lunedì 11 dicembre, erano previste piogge persistenti e a tratti forti sulla Toscana settentrionale. Di conseguenza, lo scenario di pioggia previsto per le ore successive risultava estremamente gravoso per una vasta porzione del territorio regionale che, non più di 24 ore prima, era già stato sottoposto a piogge diffuse e abbondanti (vedi immagini sotto). 
L'elevato grado di saturazione del suolo determinato dalle piogge pregresse, in aggiunta alla previsione di uno scenario estremamente critico, con piogge previste su ampie aree (in alcuni casi intere province) indicavano con alta probabilità scenari di elevata criticità sia di tipo idrogeologico (frane, smottamenti ecc,) che di tipo idraulico (con conseguente sofferenza dell'intero sistema idraulico e importantissime piene anche sui corsi d'acqua principali). 
Tali circostanze hanno determinato la valutazione dello scenario da codice ROSSO per rischio idrogeologico-idraulico reticolo minore e per rischio idraulico nelle aree del Nord della Toscana. L’allerta, in un primo tempo di colore arancio, diventava rossa dalle 00.00 di lunedì 11 dicembre per tutta la giornata (news), e veniva poi estesa anche alle prime ore del martedì 12 dicembre (fino alle 6.00), per il rischio idraulico sul nord della regione (news).   Su tutta la regione era anche attiva un’allerta di codice arancio per rischio vento.
 

Cosa è successo 

I dati registrati hanno in larga parte confermato lo scenario previsto in particolare sul bacino del Serchio (il Serchio è esondato nel territorio di Borgo a Mozzano, Lucca, provocando la chiusura della statale 12 del Brennero) e del Magra (chiuso il ponte di Villafranca in Lunigiana) seppure con tempistiche diverse, dove si sono raggiunti valori di pioggia davvero notevoli sulle 36 ore, pari a 160 mm medi sull'alto Serchio e di 200 mm medi sulla Lunigiana (con massimo di circa 320 mm). Le piogge hanno dato luogo a piene che possono ritenersi sicuramente straordinarie nel reticolo principale, con notevoli problemi di tipo idrogeologico: alcune frane hanno portato all’isolamento di frazioni o ad interruzioni della viabilità.
 
Diversa la situazione della zona della piana di Prato e Pistoia (area B) dove si è assistito a piogge meno rilevanti di quelle previste sia in termini di valori medi che di massimi, ma che hanno tuttavia determinato piene importanti dei corsi d'acqua della zona stessa. 
  Piogge 24H  
08/12/2017
Piogge 24H
10/12/2017
Piogge 24H
11/12/2017
Piogge 24H
12/12/2017
   
     

 

Lo scenario previsto domenica 10 dicembre per le successive 36-48 richiedeva comunque la massima attenzione e preparazione preventiva per la gestione dell'evento in quanto, in un contesto di piogge con cumulati notevoli, non si potevano escludere intervalli di 6-8 ore durante le quali si sarebbe potuto assistere a piogge con intensità superiori favorendo la formazione di piene straordinarie. 
 
 

Non dobbiamo ragionare "col senno di poi".  Non serve.  

Il codice rosso sulle zone interessate ha comportato l’attivazione di forze e misure straordinarie nei territori interessati, come l’attivazione di squadre operative H24, la chiusura di cateratte e varchi, l’azionamento di idrovore e altre misure idonee a fronteggiare al meglio il rischio. Ha certamente creato anche disagi (come la chiusura delle scuole decisa in alcuni comuni) disagi che col “senno di poi” possono sembrare eccessivi. Purtroppo il senno di poi non esiste in sala operativa. In sala operativa si devono prendere decisioni sulla base di scenari di rischio, ben consapevoli dell'incertezza intrinseca alla predicibilità di questi fenomeni. In questi casi il criterio che seguiamo è quello del principio di precauzione: allertare il sistema affinché possa attivare le procedure idonee a gestire l'eventuale verificarsi dello scenario peggiore. Questo ha ovviamente un costo, sia economico che sociale. Ha un costo per noi, per gli enti locali, per la protezione civile e per la popolazione. E' importante comprendere che i disagi come la chiusura della scuola o di una strada, sono il prezzo che si paga quando si è  cautelativi. L'essere cautelativi è la scelta opportuna in caso di eventi che potrebbero mettere a rischio la vita delle persone. Il sistema opera seguendo questo principio. 

 

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