Plastica in mare: studio LaMMA all'EGU
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Plastica in mare: studio LaMMA all'EGU Consorzio
  
 
  
   

Saranno presentati giovedì 12 aprile alla conferenza dell’European Geophysical Union (EGU) in corso a Vienna i risultati di uno studio condotto dal LaMMA in collaborazione con IFREMER e l’Università di Siena rivolto a uno dei problemi ambientali marini più importanti, vale a dire la presenza di rifiuti di plastica (Plastic Marine Litter). Scopo dell’indagine è migliorare la capacità di stima della concentrazione di rifiuti di plastica marini di superficie nel Mar Ligure e nord Tirreno. 

La plastica in mare è suddivisa secondo le dimensioni in microplastica, entro i 5 mm, pericolosa per l’ecosistema in quanto le dimensioni sono simili a quelle del plancton, e meso e macroplastica, di dimensioni maggiori.

Quantificare la concentrazione di microplastica è molto difficile: i dati sono scarsi, in quanto raccolti soltanto attraverso campagne di misura specifiche, realizzate in alcuni casi solo a scala costiera. E' quindi importante, in modo da orientare i campionamenti e comprendere le possibili zone più a rischio, avvalersi di modelli matematici specifici che tengano conto di come la plastica si distribuisce, per effetto delle correnti marine, nei vari periodi dell’anno e nelle varie zone.

La presentazione a EGU si intitola “Numerical models for Marine Litter distribution in the North-Western Mediterranean Sea, towards a seasonal characterization of concentration” e mostrerà in che modo è possibile correlare le osservazioni di microplastica con le simulazioni dei modelli, che sono basate su un certo numero di semplificazioni, e come è possibile introdurre il contributo delle sorgenti inquinanti come fiumi e porti.
La ricerca, tuttora in corso, servirà inoltre a caratterizzare la presenza di aree di accumulo (“hot spot”) che sono importanti sia per stimare la concentrazione complessiva nel Mediterraneo e valutare gli effetti delle politiche di contenimento del fenomeno, sia per comprendere le interazioni tra la presenza di elevate concentrazioni di plastica e la presenza di habitat marini (ad esempio per le tartarughe e i cetacei), la cui dinamicità è legata alla variabilità delle condizioni oceanografiche e biogeochimiche.
 

Sviluppi e collaborazioni

Il lavoro è in itinere, ed è volto verso lo sviluppo di metodi di stima delle concentrazioni di "marine litter" sempre miglioriche consentano un'interpretazione qualitativamente e quantitativamente più corretta dei dati sui rifiuti marini.
Si tratta di un obiettivo verso il cui raggiungimento il Consorzio LaMMA sta lavorando su più fronti.
Oltre alla collaborazione con IFREMER e l’Università di Siena nell'ambito del network Plastic Busters, Il LaMMA sta  collaborando con Clean Sea Life, progetto cofinanziato dall'Unione Europea, che si occupa di sensibilizzare il pubblico sui rifiuti presenti in mare e sulle spiagge italiane. Proprio per Clean Sea Life il LaMMA ha recentemente svolto alcune simulazioni per ricostruire le aree di spiaggiamento dei dischetti di plastica rinvenuti lungo la costa Tirrenica e individuare con ragionevole approssimazione l’area di potenziale sversamento.