Plastica in mare
Plastica in mare

L’inquinamento marino da plastica è oggi considerato una delle principali emergenze ambientali del Pianeta, tanto da essere stato incluso tra gli argomenti affrontati durante l’ultimo G7, che si è tenuto in Italia. Di questo tema la scienza si occupa con un numero sempre maggiore di ricercatori, che espongono i risultati sempre più allarmanti nel corso di eventi appositamente dedicati, come la International Marine Debris Conference, la cui sesta edizione si è recentemente tenuta a San Diego.

La plastica in mare è presente in varie forme e dimensioni: i frammenti più piccoli, di dimensione inferiore a 5 mm sono definiti microplastiche, quelli tra tra 5 e 25 mm mesoplastiche, quelli più grandi, di dimensione maggiore di 25 mm, macroplastiche. La presenza di PML (Plastic Marine Litter) è tanto importante che si può considerare una forma di inquinamento diffuso.

A livello oceanico globale molta plastica, pur essendo presente ovunque, si trova soprattutto concentrata in alcune aree di accumulo, la più conosciuta delle quali è nota alla cronaca come l’Isola di plastica del Pacifico o Great Pacific Garbage patch, ma anche negli altri oceani si trovano aree con concentrazioni similari. Molti studi hanno individuato anche nel Mediterraneo un’area dove sono presenti alte concentrazioni di plastica. In uno di questi, condotto dall’Università di Siena e a cui ha partecipato anche il LaMMA (pubblicato sulla rivista Frontiers in MarineScience, Fossi et al.,  2017, 4:167, doi: 10.3389/fmars.2017.00167), si sono studiate le concentrazioni presenti nell’area del Nord Mediterraneo corrispondente al Santuario Pelagos.   In questi studi, come in altri, le osservazioni del PML (numero, peso e dimensioni), oltre a denotare una situazione in media preoccupante, presentano una grande varietà di valori che possono differire sostanzialmente tra loro (da pochi grammi a qualche kg per ogni chilometro quadrato). I dati osservati riguardanti questo fenomeno sono scarsi, in quanto rilevati solo durante lo svolgimento di alcune campagne di misura svolte nell’ambito di progetti specifici, oppure raccolti durante di campagne di misura svolte dalle ARPA nell’ambito della Marine Strategy, ma solo a scala costiera, quindi è importante affiancare alle osservazioni  modelli matematici specifici che tengano conto di come la plastica si distribuisce , per effetto delle correnti marine, nei vari periodi dell’anno e nelle varie zone.

Si tratta di un obiettivo verso il cui raggiungimento il Consorzio LaMMA sta lavorando, in collaborazione con IFREMER e l’Università di Siena che sono parte del network Plastic Busters, coordinato dall’Università Di Siena. 

 

http://www.lamma.rete.toscana.it/news/una-campagna-di-misura-sulla-plastica-mare 

http://www.lamma.rete.toscana.it/news/si-è-conclusa-la-campagna-di-misura-della-plastica-mare

http://www.lamma.rete.toscana.it/news/dischetti-di-plastica-sul-litorale-il-lavoro-risalire-allorigine