Ormai arrivati alla fine del mese di gennaio possiamo fare un bilancio su questa prima parte dell’inverno e soprattutto su come questo sia stato influenzato dal Sudden Stratospheric Warming (SSW) avvenuto in data 5 gennaio. Immagine 1: anomalia stratosferica osservata tramite andamento dell'indice NAM Nell’immagine 1, relativa ai valori di pressione sulla zona dell'Artico, possiamo notare il meccanismo che ha generato l’anomalia stratosferica: inizialmente abbiamo assistito alla presenza di blocchi alla circolazione zonale in troposfera (cerchiati in bianco), poi all’onda di ritorno che dalla stratosfera impatta pesantemente sui successivi giorni del mese di gennaio. Un condizionamento che probabilmente influenzerà anche il mese di febbraio (il blocco previsto ad oggi è cerchiato in giallo). Quindi, analizzando questa immagine, possiamo affermare che il fenomeno di stratwarming ha seguito lo schema “classico” descritto in letteratura: disturbo in troposfera, condizionamento in stratosfera e successiva onda di ritorno verso il basso. Anche le conseguenze in termini meteorologici risultano, a livello emisferico, perfettamente in linea con le attese. Le conseguenze alle nostre latitudini sono in linea con le attese Quello che è accadute alle nostre latitudini è perfettamente in linea con quanto normalmente ci si attende dopo un evento di Sudden Stratospheric armino. A tal proposito di seguito mostriamo l’anomalia di geopotenziale alla 500 hPa di questa prima parte di gennaio che evidenzia il forte disturbo del vortice polare (aree in arancio/rosso nella figura sotto a sinistra) e le conseguenze sull’Europa, e in genere sulle medie latitudini, dove il geopotenziale risulta ben più basso della norma (aree in blu nell'immagine a sinistra, evidenziata dallo zoom sull'Europa presentato a destra). Immagine 2: anomalia di pressione in quota. In arancio/rosso le anomalie positive sull'area dell'Artico, in blu invece le anomalie negative che evidenziano nuclei di bassa pressione alle nostre latitudini. A destra uno zoom sull'Europa. Anche da un punto di vista termico si notano le tre aree di impatto principale: le prime due aree, in blu, evidenziano la forte anomalia negativa (Russia e Scandinavia) mentre il Canada nord orientale e la Groenlandia mostrano una marcata anomalia positiva. Immagine 3: Anomalia delle temperature globali Gennaio 2021. Si noti la forte anomalia negativa su Siberia e Scandinavia, e, di contro, il riscaldamento su Groenlandia e Canada Questa anomalie sono perfettamente in accordo con la letteratura e in particolare con quanto evidenziato da Baldwin e Dunkerton. Nelle due immagini di seguito vengono mostrate le similitudini tra i primi 20 giorni di gennaio successivi all'evento di SSW e la climatologia dei 60 giorni che seguono un evento di SSW. Nella prima, relativa alle temperature, l'immagine della climatologia ci mostra come solitamente si abbia un innalzamento delle temperature sul Canada e una zona invece di temperature fortemente sotto media sulla Siberia e sulla Scandinava. Andamento confermato da quello osservato questo gennaio (prima immagine a destra). Anche la climatologia delle precipitazioni mostra come dopo un evento di SSW si abbia un aumento delle precipitazioni sulle zone del'Europa Occidentale, e su Grecia e Turchia; andamento ricalcato dalle osservazioni di questo gennaio 2021. Cosa ha portato in Toscana? Ma scendiamo in dettaglio e analizziamo quanto successo fino ad oggi sulla Toscana. Le due figure che seguono evidenziano un forte surplus pluviometrico, con piogge ben superiori alla climatologia e temperature che, pur nell’eterogeneità, mostrano un’anomalia lievemente negativa. Nelle nostre tendenze previsioni avevamo prospettato un andamento leggermente diverso e nel complesso più freddo rispetto a quella che è la climatologia che segue un evento di SSW, supportati in questo da altre considerazioni. Ritenevamo probabile la formazione di blocchi più persistenti sull’Atlantico settentrionale con conseguente maggiore interessamento dell’Italia da parte di ingressi d’aria fredda di origine continentale. Questo fino ad oggi non è successo, tanto che le due principali discese di aria fredda ci hanno interessato solo marginalmente, puntando nel primo caso verso la Penisola Iberica e nel secondo verso Grecia e Turchia. Va tuttavia sottolineato che le frequenti e abbondanti precipitazioni che hanno interessato la nostra regione (a tratti nevose a bassa quota) sono da attribuire anch’esse agli effetti del SSW. Infatti, una delle onde provocate dall’indebolimento del vortice polare troposferico ha favorito l’approfondimento di una circolazione depressionaria semi-permanente sull’Atlantico, spesso associata a correnti di matrice artica-marittima. Cosa possiamo aspettarci per febbraio? Concludiamo con una previsione su quanto potrà accadere nel mese di febbraio ovvero nell’ultimo periodo ancora condizionato dal SSW. Il quadro ci porta a ritenere probabile un vortice polare fortemente disturbato con discese di aria fredda che continueranno ad affluire su Scandinavia, Siberia ed est Europa, ma che temporaneamente potranno interessare anche la nostra penisola. Questo sembra possibile dopo la prima settimana di febbraio quando riteniamo plausibile la formazione di un blocco sull’Atlantico (configuazione “wave2”) con conseguenti irruzioni di aria fredda di origine continentale sulla nostra penisola. Per saperne di più, guarda il FOCUS video In questo video Gianni Messeri spiega nel dettaglio le caratteristiche dell'evento di stratwarming avvenuto il 5 gennaio 2021 che ha condizionato in modo importante l'andamento di questo inverno. E infine uno sguardo a cosa ci attende per il mese di febbraio. GUARDA su Youtube LaMMA